Soros finanzia l’Ordine dei Giornalisti?

Articolo di Leo Lyon Zagami

 (giornalista della Stampa Estera- INFOWARS)

 

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Tempo fa media mainstream italiani hanno dato grande enfasi alla storia eroica di Gabriele Del Grande, 35 anni, giornalista mai iscrittosi all’Ordine dei Giornalisti italiano, originario di Lucca,  fermato in Turchia nella provincia sud-orientale di Hatay, al confine con la Siria e espulso dal Paese. Fonti giornalistiche occidentali affermarono che Del Grande fosse stato preso in consegna dalle autorità turche perché sprovvisto del necessario permesso stampa, senza il quale non puoi esercitare come giornalista. Ma, forse, c’è dell’altro. Bisogna infatti sapere che Del Grande, che deve la sua popolarità ai flussi migratori, gestisce il blog Fortress Europe, creato nel 2006 come “osservatorio sulle vittime della frontiera”, il quale è stato finanziato nientemeno che dalla Open Society Foundation del miliardario George Soros. A confermarlo è anche la AgenziaItaliana (AGI) ma basterebbe navigare sul sito di Soros per scoprirlo (vedi).

 

La Open Society Foundation  ente creato da George Soros che ha recentemente trasferito ben 18 miliardi di dollari ovvero il 75% della sua vasta fortuna personale e familiare in questa sua rete filantropica, oltre a lucrare sull’emigrazione di massa, pare che finanzi anche i giornalisti del Bel Paese e non solo.

La lista dei giornalisti coinvolti in questa tangentopoli mediatica” camuffata da Premio Umanitario” è davvero lunga ma non avendo il budget per pagare le eventuali querele mi fermo qui.

Secondo la Carta dei Doveri “Il giornalista rifiuta pagamenti, rimborsi spese, elargizioni, vacanze gratuite, trasferte, inviti a viaggi, regali, facilitazioni o prebende, da privati o da enti pubblici, che possano condizionare il suo lavoro e l’attività redazionale o ledere la sua credibilità e dignità professionale.

Tanto per fare almeno il nome del solito comunista di turno, il giornalista de il Manifesto Stefano Liberti, disse in un’intervista al seminario di Redattore socialeGli ultimi miei lavori (nda sull’immigrazione) sono stati finanziati dalla Open Society Foundation, con soldi americani” e lo ha raccontato senza alcuna vergogna. Vi rendete conto??!!! Il suo pseudo documentario Mare Chiuso è stato finanziato proprio dalla OSF di Soros.

A Liberti va dato atto di essere l’unico ad avere avuto il coraggio di fare outing anche se sicuramente non ha avuto il coraggio del tedesco Udo Ulfkotte editore del Frankfurter Allgemeine Zeitung che ha scritto un libro intitolato Gekaufte Journalisten in cui raccontava di essere stato corrotto dalla CIA come molti altri giornalisti in Germania, un gesto che gli è  probabilmente costato la vita, e un libro dove dice chiaramente che anche quando non si conosceva l’argomento di cui si doveva scrivere,  il pezzo glielo fornivano direttamente loro, gli agenti della CIA,  al tempo nella mani di Obama e di George Soros. Poi all’improvviso all’alba dell’era Trump il povero Udo Ulfkotte è morto per un “attacco cardiaco” a soli 56 anni.

 

Ancor più eclatante il caso dell’Associazione «Carta di Roma», cui aderiscono Ordine dei giornalisti e Federazione nazionale della stampa (il sindacato dei giornalisti), che si è assunta il compito di controllare il politicamente corretto, eventualmente bacchettando i cronisti che usano termini impropri scrivendo articoli sui migranti. Impropri, naturalmente, in base a un codice linguistico che l’associazione vorrebbe imporre derivato da un protocollo d’intesa sottoscritto da sindacato e ordine. Un dizionario di politicamente corretto nella mani dell’Associazione «Carta di Roma»  che riceve il supporto della Open Society di George Soros.

 

Dal 3 febbraio 2016 il Glossario della Carta è parte integrante del «Testo unico dei doveri del giornalista». La Carta di Roma non esiste più come documento autonomo: i suoi principii sono stati inglobati nel Testo unico e ora VIVIAMO UFFICIALMENTE IN UNA DITTATURA MEDIATICA controllata da Soros e dal Nuovo Ordine Mondiale.

Fate circolare questo articolo contro ogni censura del sistema verso la vera libertà di stampa.

 

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